Molto apprezzata da Salvatore Cipolla, ritenuto il più grande ceramsita italiano, che pochi anni fa constatando la scarsa conoscenza tecnica da parte della maggioranza degli artisti, sottolineava la caparbietà con cui Maria Beatrice sperimentava le potenzialità offerte dalla lavorazione plastica della ceramica, soprattutto la bellezza della policromia ottenuta con le tecniche del Nuriage.
A questa sperimentazione l’artista ha affiancato la ceramica a lucignolo e a lastra, il gres policromo, smaltato e con chamotte, la scultura su pietra, il bronzo, nonché il vetro soffiato per forgiare teste secondo un procedimento sofisticato e di resa alquanto difficoltosa, raggiungendo una ricchezza espressiva rara.